Fuori i giornali dalle scuole. Venga finanziata l'istruzione, non l'editoria!


Ottobre... Inizia il periodo caldo anche per chi non sciopera o protesta (perché tanto il lavoro non ce l'ha) tutto l'anno nel mondo della scuola, e mi trovo a riflettere sull'utilità di questo modo di manifestare il disagio: al giorno d'oggi qual'è? Solo una, quella di far capire a chi non protesta e a chi taglia (o fa riforme, se volete chiamarle così), che non sei d'accordo. Stop. Per il resto possiamo stare certi che non li fermeremo mai con qualche corteo, se ne fregano altamente in casi molto più gravi, quindi figuriamoci questo. Anzi, forse scioperando si fanno risparmiare anche un po' di soldini allo Stato.

Allora non dobbiamo fare niente? Ovviamente no. Le forme di protesta che devono intraprendere le scuole per ottenere qualche risultato concreto non sono gli scioperi di un giorno, ma percorsi di boicottaggio verso tutto ciò che mantiene ancora in piedi il sistema. Dall'abolizione dei viaggi di istruzione al blocco dell'adozione dei libri di testo, passando anche per gesti che vanno oltre il valore economico e toccano la disobbedienza civile. Oggi vi voglio parlare proprio di uno di questi che mi è venuto in mente.

I cittadini italiani pagano quasi un miliardo di euro l'anno di contributi pubblici all'editoria, un enorme spreco di denaro pubblico che consente a molti giornaletti, giornalini e testate "importanti" di continuare a stampare, e anche in quantità esagerate rispetto alle copie realmente vendute. Praticamente finanziamo giornali che fanno tutto fuorché un'informazione corretta, che hanno dietro partiti, gruppi privati (li vogliamo contare i membri dei consigli di amministrazione delle testate che sono anche in altre aziende?), chi fa avere i finanziamenti e chi più ne ha più ne metta. Questa è solo un'aggravante al fatto che stiamo violando con lo spreco (di soldi pubblici!) uno dei principi fondamentali su cui dovrebbe essere basata l'economia, non puoi produrre più di quanto vendi, i giornali li deve pagare chi li legge.

E dato che sono obbligati a stampare per ricevere i finanziamenti, si sono inventati le copie omaggio per le scuole, simpatiche supposte di disinformazione che colpiscono quotidianamente gli studenti di tutta Italia. Gli istituti scolastici, se vogliono essere coerenti con la protesta contro i tagli alla scuola pubblica, devono rifiutare le copie di tutti i giornali e dichiarare pubblicamente di non volerne. Fuori i partiti, i gruppi e gli interessi dei privati dalle scuole (non ci devono stare!), quel miliardo di euro va all'istruzione statale, i giornali (che per giunta non servono i cittadini) li paghino i loro lettori, e che se li tengano per sé.

Rifiutateli, mandateli indietro, comunicate a chi li manda di non volerne più. E soprattutto, fate sapere a più persone possibile il perché della protesta. E' tempo di muoVerci e non fermarci più!

Ps: il Fatto Quotidiano, è l'unico giornale che sta in piedi esclusivamente grazie ai lettori che comprano, perché rifiuta ogni tipo di finanziamento pubblico.

Pps: ma ci pensate, oltre a tutto, che spreco di carta?

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