Dovrebbe, ma non è...



"Dovrebbe" ed "è" sono due parole che sentiamo ogni giorno e che gli italiani nel loro percorso di crescita imparano a distinguere sin dalle prime esperienze di vita.
Il nostro è il Paese di ciò che dovrebbe e ciò che realmente è, dove la legge dice una cosa ma in realtà si può fare anche l'opposto, dove la scrollata di spalle è un gesto quotidiano e ormai assimilato tra quelli inconsci dei cittadini, un distacco abissale tra il presente e il condizionale.
In questi giorni in cui sto scegliendo l'università la riflessione è stata inevitabile, praticamente una persona che ha studiato si accorge ogni giorno che tutto quello che ha fatto in realtà non è servito a nulla ai fini pratici perché il buonsenso viene messo di lato quando ci sono soldi di mezzo. Studi come deve essere fatta una determinata cosa? Preparati a vedere fatto il contrario, sembra quasi che la preparazione serva a rendersi conto di come non funzioni l'effettivo andamento della realtà.
Lo Stato italiano va in due direzioni, la scuola che ti insegna come dovrebbero andare le cose, un'altra grande parte della società invece ti dimostra che hai studiato solo balle che rimarranno nei libri di teoria e nei laboratori di ricerca.
Le soluzioni sono due, o cambiamo le scuole e le riportiamo all'effettiva realtà rendendo tutti cinicamente consapevoli che ti stanno insegnando come non avere futuro, oppure ognuno di noi inizia a impegnarsi anche nel proprio piccolo per cambiare la società, giorno dopo giorno e nella più banale quotidianeità prima di passare alle cose "grandi".
Dobbiamo scegliere se distruggere il futuro delle generazioni giovani e quindi continuare con la filosofia del "dovrebbe ma non è", o se assumere ognuno le proprie responsabilità e dire finalmente "dovrebbe e deve essere così".

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